lunedì 24 giugno 2013

Max Guarini - Attese



L’attesa, olio su tela, cm 50 x 60 - Max Guarini



Come tra le cime degli alberi, aver nascosto diamanti di vento.
Vederne fremere le fronde 
che impazienti stridono di dolcezza verde.
Una pozione magica è l'attesa!
Sigarette spente, cenere, bottiglie vuote 
o lattine accartocciate sui marciapiedi 
per segnare un goal nel tombino.
Tutto si aspetta: 
che arrivi o no, in quell'arco di tempo, si è vivi.





martedì 18 giugno 2013

Caotica Mente




p l a y :


Antonio Squicciarini, L'alba, olio su tela, cm 200 x 160

 
Antonio Squicciarini, Fragments of memory, olio su tela, cm 80 x 100


Chè è il Caos. Delle anime Ribelli. 
Nelle cime delle fronde degli alberi: 
alte quote e freddo.
Essere nudi non significa spogliarsi.
Essere veri non significa non mentire.
Nei contrasti c'è l'essenza di Qualcosa che non si può capire.







lunedì 17 giugno 2013

SARABANDA FELLINIANA


Ginger e Fred, film diretto da Federico Fellini nel 1986, è una satira del cattivo gusto che inizia ad affermarsi nella televisione degli anni Ottanta e che, ahinoi, con maggior vigore, tutt'oggi imperversa incontrastato.

La variopinta fauna umana protagonista nel film esprime lo stile barocco e visionario appartenente al grande cineasta.




Partecipando all’allestimento della scenografia di Ginger e Fred il pittore Antonio Squicciarini si confronta con gli eroi Felliniani e fa sfilare sotto i nostri occhi una sarabanda vivente formata da cavalli alati e colombe, improbabili musicisti e pesci innamorati. 



I personaggi felliniani e quelli di Squicciarini in fondo hanno alla base la stessa visione disillusa del mondo. Ma l’artista barese abbandona il sarcasmo proprio del grande maestro per calare le sue figure in un contesto fiabesco.

Tutti attori della vicenda umana, mossi dal motore più potente del mondo: l’amore.


 


Antonio Squicciarini, Omaggio floreale, olio su tela, cm 70 x 60
 
 
Un sogno, libero e paradossale, improvviso e disarticolato, come il punto più alto e sincero del film  L’intervista (1987) di Federico Fellini. E’ qui che Marcello Mastroianni, vestito da Mandrake, fa rivivere magicamente alla commossa Anita Ekberg e a tutti noi una delle scene più memorabili della storia del cinema mondiale.
 

 





venerdì 14 giugno 2013

Tu Sei Profumo Di Rosa



P L A Y :


Finalmente noi, olio su tela, cm 200 x 160
(Antonio Squicciarini)


Guardami ancora. Non voltarti. 
Racimola stagni di colori 
e rane saltellanti 
che possano lasciare impronte psichedeliche dappertutto! 
Quando io ti guardo, posso capire.
Affondare in te. Senza respirare, in te. 
Occhi negli occhi veri: gli occhi degli occhi aperti!




“La realtà” di Antonio Squicciarini



"I tuoi quadri sono favole incorniciate che addormentano i tormenti del viandante uomo"
(Giò Pomodoro)
 
 

L’amore come unione, sogno, visione. La poetica pittorica di Antonio Squicciarini – Bari, 4 luglio 1957 –trova linfa e vita nella natura di un linguaggio fatto di colori e forme al paradosso dell’ordine geometrico. Felice fu l’incontro – nel 1984 - con il grande regista Federico Fellini, per il quale il giovane talento misura il suo estro creativo curando la scenografia di Ginger e Fred. Il maestro riminese diede all’artista barese un prezioso consiglio: “Ragazzo, tu che dipingi uomini volanti perché non vai in Francia a conoscere Chagall?”.


Le parole del grande cineasta ebbero una forte eco nel giovane tanto che in poco tempo si trasferì in Francia per incontrare Chagall in persona. Da quell’incontro, al limite del mistico, Squicciarini istintivamente coglie che il pittore de La Passeggiata sarebbe stato da lì in avanti la sua principale fonte di ispirazione. Forse anche per una frase che Chagall proferì in quell’ occasione: “Hai gli occhi del poeta, sviluppa questa poesia!”.

L’artista barese non smetterà mai di seguire il consiglio del maestro, e se oggi le sue opere – non a caso –sono nel panorama internazionale dell’arte le più avvicinabili allo stile del grande pittore di Vitebsk, molto lo si deve a quell’incontro.

L’amore dipinto da Squicciarini è parola interiore di un sentimento che solo un tratto entusiasta e liberatorio ricolloca nella sua favolistica dimensione.





mercoledì 12 giugno 2013


Un’opera d’arte… perché…


Nella scelta di un’opera d’arte l’individuo si confronta con se stesso, si definisce e si esteriorizza attraverso l’opera, che diventa perciò un momento di relazione con gli altri. Il valore aggiunto dipende certamente dalla tensione verso la bellezza, come forma di espressione di un sentimento e di una emozione, che l’opera stessa manifesta.
Possedere un’opera significa dunque, innanzitutto, prestigio, segno di distinzione rispetto all’omologazione tipica della nostra epoca.
Ed inoltre la bellezza - e dunque il valore dell’opera - non cede di fronte all’inevitabile minaccia indotta dal trascorrere del tempo: fissa un valore ed attua così le finalità d’investimento e tramandabilità che segnano la scelta di un’opera d’arte.